Valdobbiadene, 7 settembre 2025 – Con un’intensa tre giorni di incontri, testimonianze e dibattiti si è chiusa a Villa dei Cedri la quinta edizione del Festival dell’Innovazione Scolastica, che ha riunito 500 partecipanti tra docenti, dirigenti e ospiti provenienti da tutta Italia, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, e persino una scuola internazionale dalla Finlandia che coinvolge diecimila studenti.
Tema portante di quest’anno è stato “Promuovere e valutare le non cognitive skills”, con oltre 220 candidature pervenute da scuole di ogni ordine e grado e 80 esperienze di innovazione didattica selezionate e presentate nei vari spazi del Festival.
La prima giornata si è aperta con il seminario inaugurale “Le NCS: un ponte tra istruzione ed educazione”, che ha visto la presenza di studiosi, rappresentanti delle istituzioni e del mondo della scuola. Nelle giornate successive, le scuole hanno raccontato i propri percorsi innovativi in sessioni parallele, trasformando Villa dei Cedri in un laboratorio diffuso di creatività educativa.
Momento particolarmente significativo è stata la consegna del Premio “Bollicine della Scuola 2025” a Franco Vaccari, fondatore di Rondine Cittadella della Pace, che nel suo intervento ha ribadito l’importanza di una scuola fondata sulle relazioni e sulla centralità della persona.
Un contributo prezioso all’organizzazione è arrivato da una quindicina di insegnanti e 80 studenti della Scuola di ristorazione Dieffe di Valdobbiadene, che hanno gestito accoglienza e ristorazione, offrendo anche i prodotti delle scuole partecipanti. E, per restare nella “contabilità” del Festival, quaranta cantine hanno generosamente offerto oltre 500 bottiglie di Prosecco, simbolo di un territorio che si conferma ospitale e generoso.
«Uno dei grandi risultati del Festival», ha dichiarato Alberto Raffaelli, presidente dell’Associazione Festival dell’Innovazione Scolastica, «è stata la costituzione del Network delle scuole per l’innovazione. Perché la vera magia del Festival, che si è rinnovata anche quest’anno, è proprio questa: non essere solo un approfondimento tematico, ma uno scambio di esperienze, un networking tra dirigenti e insegnanti, la creazione di un vissuto condiviso da cui possono nascere sono conseguenze positive per la scuola italiana».
Lo sguardo ora si sposta al futuro: il tema della VI edizione, in programma dal 4 al 6 settembre 2026, sarà “Intelligenza, intelligenze”, con un approfondimento sul significato e sull’uso dell’intelligenza artificiale a scuola.
A sintetizzare la manifestazione, le parole di Franco Vaccari: «L’educare alle relazioni è una scommessa sulla persona, sulla persona integrale, perché proprio la persona e le sue relazioni possono farci ascoltare cose che sembravano impossibili. Per noi, che siamo un po’ figli di don Milani, la scuola, alla fine, è un insegnante, degli alunni, una lavagna e un gesso. Certo, ci vuole anche tutto il resto. Ma se si perde questo nucleo vivo, si rischia di inseguire moduli che sostituiscono le relazioni. Noi invece crediamo che la scuola debba nascere dalle relazioni. Perché educare è, innanzitutto, un bellissimo mistero».
Valdobbiadene, sabato 6 settembre 2025 – La quinta edizione del Festival dell’Innovazione Scolastica si è aperta ieri a Villa dei Cedri con una partecipazione che ha superato le 400 persone, tra dirigenti scolastici, insegnanti e personale proveniente da tutta Italia, insieme alla prima scuola internazionale giunta dalla Finlandia. L’inaugurazione ha visto al centro il seminario “Le NCS: un ponte tra istruzione ed educazione”, dedicato alle competenze non cognitive, tema portante dell’edizione 2025.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese e del consigliere regionale Tommaso Razziolini, Alberto Raffaelli, ideatore e presidente del Festival, ha introdotto i lavori ricordando che, come le colline del Prosecco patrimonio UNESCO custodiscono armonia anche nell’apparente disordine, così nelle classi si nasconde un potenziale da scoprire e valorizzare. A seguire, Angela Colmellere, consigliere del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ha portato il saluto del Ministro sottolineando come l’insegnamento sia un “artigianato dell’anima” e ribadendo il valore della recente legge 22/2025, che ha introdotto ufficialmente lo sviluppo delle competenze non cognitive nei percorsi scolastici.
Il professor Massimo Baldacci, dell’Università di Urbino, ha chiarito la necessità di superare il termine generico “non cognitive skills” per parlare invece di “abiti caratteriali”, disposizioni durevoli che si formano attraverso un apprendimento profondo e non superficiale. Baldacci ha richiamato Aristotele e Dewey, sottolineando l’urgenza di passare dal curricolo implicito a quello esplicito, così da formare la persona nella sua interezza.
La vicepresidente di Piazza dei Mestieri di Torino, Cristiana Poggio, ha descritto la scuola come un appuntamento quotidiano («non un agguato») per i ragazzi, insistendo sul coraggio richiesto agli adulti nel saper scommettere sulla loro fragilità. Ha spiegato come molti studenti si sentano “trasparenti” e come le competenze non cognitive possano diventare un prezioso strumento di autovalutazione e di riconoscimento del proprio valore, se esplicitamente integrate nelle discipline.
Il presidente del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, Damiano Previtali, ha inquadrato la nuova legge in un contesto di crescente complessità sociale, che affida sempre più alla scuola un compito educativo cruciale. Ha evidenziato come la norma non rappresenti una sperimentazione calata dall’alto, ma un’opportunità per le scuole di definire nei prossimi tre anni contenuti, metodi, strumenti di valutazione e impatti delle competenze non cognitive, costruendo così un framework condiviso.
Collegato in videoconferenza, il presidente dell’Invalsi Roberto Ricci ha confermato la correlazione positiva tra i progetti che sviluppano competenze ampie e i risultati delle prove standardizzate, come Invalsi e Pisa. Ha sottolineato che le non cognitive skills rappresentano un alleato fondamentale per ridurre le disparità educative legate al contesto socio-economico di provenienza degli studenti, attribuendo alla legge anche un forte “valore segnaletico” per l’intero sistema.
La capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Carmela Palumbo, ha espresso gratitudine al Festival per l’occasione di confronto offerta, spiegando come la legge fornisca uno strumento per rendere sistematiche azioni che già da tempo vengono portate avanti in modo implicito nella scuola. Ha annunciato l’avvio di un piano di formazione attraverso la SAFI e la costituzione di un gruppo di lavoro ministeriale che coinvolgerà anche il mondo accademico.
Infine, Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, ha messo in guardia contro una visione riduttiva delle competenze. Ha ribadito che il vero cognitivo non è mera tecnica, ma metodo per affrontare il cambiamento, investendo sulla creatività e sulla personalità degli studenti. Richiamando le “capabilities” di Amartya Sen, ha insistito sul ruolo decisivo dell’insegnante come colui che incontra e genera potenziale, invitando a costruire un metodo condiviso a partire dalle molte sperimentazioni già in atto nelle scuole.
La giornata si è conclusa con il tradizionale brindisi di benvenuto nel parco di Villa dei Cedri. Oggi si entra nel vivo con la presentazione delle esperienze delle scuole di tutta Italia, in serata poi si terrà la Cena delle “Big Five”, durante la quale sarà consegnato il Premio “Bollicine della Scuola 2025” a Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace, riconoscimento al suo impegno instancabile per la promozione del dialogo e della convivenza pacifica.
Con questo avvio intenso e partecipato, il Festival dell’Innovazione Scolastica si conferma come un laboratorio vitale per la scuola italiana, capace di coniugare esperienze, riflessioni e pratiche in un percorso comune di crescita e innovazione.
Tratto da ilsussidiario.net, 5 settembre 2025.
Leggi l’articolo
Valdobbiadene (Treviso), lunedì 21 luglio 2025 – Sono alcune tra le voci più significative dl mondo scolastico ed educativo in Italia quelle che interverranno dal 5 al 7 settembre a Valdobbiadene per il Festival dell’Innovazione Scolastica, giunto alla sua quinta edizione.
Il Festival ospiterà oltre settanta scuole selezionate da tutta Italia, che presenteranno progetti didattici incentrati sul tema scelto per il 2025: «Promuovere e valutare le non cognitive skills». Un tema sempre più centrale per chi desidera una scuola capace non solo di trasmettere saperi, ma di accompagnare la crescita integrale della persona, valorizzando resilienza, empatia, pensiero critico, responsabilità e collaborazione.
La tre giorni si aprirà con un convegno e si articolerà in seminari, workshop e sessioni di dialogo, grazie anche al contributo di figure di grande rilievo del mondo accademico, istituzionale e scolastico. Tra i relatori attesi:
A fare da cornice, l’ambiente naturale delle colline del Prosecco, patrimonio Unesco, e momenti conviviali arricchiti dai prodotti del territorio. Il Festival è promosso dall’Associazione Festival dell’Innovazione Scolastica con il patrocinio di Regione Veneto, Comune di Valdobbiadene, Indire, Invalsi, Fondazione per la Sussidiarietà, Disal, e la collaborazione di numerosi partner culturali e imprenditoriali.
Tratto da legnanonews.it.
Tratto da indire.it, 21 luglio 2025.
Valdobbiadene (TV), 14 luglio 2025. Sarà Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace, a ricevere il Premio “Bollicine della Scuola 2025”, il riconoscimento assegnato ogni anno nell’ambito del Festival dell’Innovazione Scolastica, in programma a Valdobbiadene dal 5 al 7 settembre.
Vaccari, psicologo e docente di “Psicologia del conflitto e della pace” presso la Pontificia Università Lateranense, ha dato vita nel 1998 allo Studentato Internazionale – World House, cuore del metodo Rondine.
Questa la motivazione ufficiale del premio:
La genialità educativa di Franco Vaccari ha la radice nella straordinaria esperienza culturale e politica di Giorgio La Pira di cui anche oggi, in mezzo a tutte le guerre che ci circondano, avremmo un esasperato bisogno. Il cuore dell’esperienza di Rondine è lo Studentato Internazionale – World House da cui si sviluppa la Cittadella della Pace e il Metodo Rondine.
Questa esperienza, nata nel 1998 in un borgo medievale vicino ad Arezzo, accoglie giovani provenienti da Paesi in cui imperversano guerre, attuali o trascorse, o conflitti degenerati nelle diverse forme di violenza, che accettano di convivere con il proprio nemico, di sperimentare un dialogo quotidiano divenendo nei fatti, giorno dopo giorno, messaggeri di pace.
Questi giovani intraprendono un percorso innovativo, partendo dagli esiti di dolore e di rabbia che la guerra ha prodotto – sentimenti riscoperti come energie rinnovabili – ed elaborando un modello di trasformazione creativa.
La scelta dei promotori del Festival dell’Innovazione Scolastica, che quest’anno si terrà il 5 – 6 – 7 settembre, contiene un messaggio significativo: la scuola non è un mondo isolato rispetto al mondo in cui opera. Essa non è una erogatrice di conoscenze incontaminate ad individui anonimi, ma può e deve assumersi la responsabilità di offrire ai giovani una prospettiva di valorizzazione dell’umano nelle sue dimensioni più vere.
Il tema delle Non Cognitive Skills, scelto dal Festival per l’edizione 2025, si pone esattamente nella direzione di contribuire al rinnovamento della scuola per far sì che non sia più un ambito di istruzione (trasmissione di saperi) ma di educazione (formazione della persona).
Franco Vaccari, nato ad Arezzo nel 1952, è fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace. Laureato in Psicologia alla “Sapienza” di Roma, esercita come psicologo libero professionista ed è docente titolare del corso “Psicologia del conflitto e della pace” presso la Pontificia Università Lateranense. Ha fondato e dirige il “Nuovo Laboratorio di Psicologia”, centro di ricerca e azione in ambito psicopedagogico.
Vaccari ha sempre avuto un ruolo di primo piano come formatore nel mondo dell’associazionismo, soprattutto di matrice cattolica, nel dialogo ecumenico e interreligioso. Attività culminata nell’esperienza di Rondine, da lui fondata. Fino al 2005 è stato presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro. Nel 2006 è diventato consulente del ministero per le Politiche della Famiglia, con delega per le questioni dell’infanzia e dell’adolescenza.
Tra i vari riconoscimenti, ha ricevuto il Premio Minerva in Campidoglio a Roma e il Premio Dossetti. Autore di numerosi articoli su quotidiani e riviste, ha pubblicato Portici. Politica vecchia, nuova passione (Editrice Ave, 2007); s-confinamenti (Pazzini Editore, 2018); stoRYcycle (Pazzini Editore, 2018); Metodo Rondine (Pazzini Editore, 2018).
La V edizione del Festival dell’Innovazione Scolastica, promossa dall’omonima associazione con il patrocinio di Regione Veneto, Comune di Valdobbiadene, Indire, Invalsi e altri enti nazionali, sarà dedicata al tema “Promuovere e valutare le non cognitive skills”. Oltre cento scuole italiane si confronteranno su come valorizzare competenze come empatia, responsabilità, creatività, collaborazione e pensiero critico, decisive per una formazione integrale degli studenti.
Nato nel 2020, il Festival è oggi un punto di riferimento nazionale per chi desidera una scuola capace di affrontare le sfide educative e culturali del nostro tempo, coniugando innovazione e cura della persona.
Tratto da Avvenire, 10 luglio 2025.
Tratto da ilsussidiario.net, 28 giugno 2025.
Dal 5 al 7 settembre 2025 si svolge a Valdobbiadene il Festival dell’innovazione scolastica. Una sfida lanciata a tutta la scuola.
L’anno scolastico che sta terminando lascia in eredità, a chi avrà il coraggio di farsene carico, il grande tema del rapporto tra istruzione ed educazione. Un tema antico, ma che nel corso dell’anno si è fatto via via più incombente e negli ultimi mesi è stato evocato in vari interventi e dibattiti sullo stato di salute della scuola italiana.
In particolare si parlato sempre più spesso di emergenza educativa, chiedendosi come la scuola potesse essere all’altezza del proprio compito istruttivo e/o educativo nei confronti di una generazione di bambini e ragazzi spesso in balia di sconvolgimenti sociali e tecnologici. Tale questione è stata ben sintetizzata da Umberto Galimberti in un editoriale di Repubblica di pochi giorni fa:
“L’istruzione è una trasmissione di contenuti culturali e scientifici da chi li possiede (gli insegnanti) a chi non li possiede (gli studenti); l’educazione invece accompagna gli studenti, in quella stagione incerta che si chiama adolescenza, nel loro percorso di evoluzione psicologica, mai così problematico e turbolento come in quell’età. Si è soliti pensare che l’educazione altro non sia che un derivato dell’istruzione. Ma le cose non stanno così. È semmai l’istruzione un evento che può realizzarsi solo a educazione in corso, perché, come diceva Platone, ‘la mente non si apre se prima non hai aperto il cuore’”.
In questo difficile contesto allarmante non mancano però dei segnali positivi. Tra questi vi è sicuramente l’ingresso ufficiale nell’orizzonte della scuola italiana delle Non cognitive skills (NCS) o Competenze socio-emotive (come forse più propriamente sono definite dall’OCSE), ovvero quelle competenze trasversali che riguardano la persona, il modo in cui essa interagisce con il mondo, gestisce le proprie emozioni e si relaziona con gli altri (empatia, resilienza, motivazione, problem solving, ecc.). Esse recentemente hanno trovato anche un riconoscimento ufficiale nella legge 22/2025 approvata in Parlamento da tutte le forze politiche nello scorso mese di febbraio.
A fronte di questa grossa novità legislativa nessuno si illude.
Infatti tutti sanno, in primis coloro che hanno promosso la legge, che non si può sottovalutare la congenita impermeabilità da parte del mondo della scuola italiana nei confronti di ogni novità. Una resistenza che ha fatto sì che la dinamica scolastica, nella sua struttura di fondo, soprattutto alle medie e alle superiori, sia rimasta pressoché la stessa da sessant’anni a questa parte (lezioni frontali, studio a casa, verifiche, selezione).
Eppure non è esagerato dire che queste cosiddette competenze trasversali possono essere il grimaldello proprio per sciogliere l’annosa contrapposizione tra istruzione ed educazione.
Infatti dei segnali positivi ci sono.
Fra questi vi è l’adesione di più di duecento scuole provenienti da tutte le regioni d’Italia alla sfida lanciata dal Festival dell’Innovazione Scolastica che, giunto alla V edizione, che ha loro proposto di incontrarsi, mettersi in gioco e confrontarsi proprio sul tema delle NCS.
Queste duecento candidature sembrano infatti sfidare un intoccabile tabù del sistema scolastico italiano, rappresentato dal divieto di mettere il naso, e men che meno di mettere in discussione proprio ciò che è il cuore della scuola, ovvero ciò che insegna e come insegna un docente nella sua ora di lezione.
Ed è molto significativo che questo avvenga proprio a partire da un interesse per il tema delle NCS e per la novità radicale che esse possono rappresentare per il sistema scolastico italiano.
Se poi si va a guardare le relazioni e i video di queste scuole candidate al Festival, emergono alcuni dati estremamente interessanti che aprono uno squarcio reale, seppur necessariamente limitato, su alcuni importanti aspetti dello stato di salute del “mondo scuola”.
Ecco alcuni elementi che emergono.
a) Il primo dato che si riscontra è che nelle nostre scuole, a fronte di un sistema vecchio e spesso ingolfato dalla burocrazia, vi è un pullulare di creatività didattica. Un chiaro sintomo della presenza in tanti docenti e dirigenti scolastici di una grande passione per il proprio lavoro e per la crescita equilibrata dei propri allievi.
Tra gli elementi di questa vivacità vi è un dato costante del dopo-Covid, ossia il desiderio di portare la scuola in outdoor e, quasi novelli peripatetici, realizzare le lezioni in mezzo alla natura.
Un secondo elemento è la voglia di insegnare a comunicare anche con nuovi mezzi come la radio, i video, il web. Il tutto segnato da una forte attenzione alla socialità (coinvolgimento degli alunni nell’impostazione della vita scolastica, co-progettazione e interazione con soggetti esterni alla scuola) e all’inclusione nei confronti di compagni disagiati, oppure nei confronti degli anziani che vivono nel territorio.
b) Un secondo aspetto rilevabile è la presenza diffusa di un approccio non timoroso nei confronti delle nuove tecnologie informatiche e digitali, fino all’affronto, privo di paure e ritrosie, delle potenzialità offerte dall’Intelligenza Artificiale (AI) con l’obiettivo di utilizzare queste nuove potenzialità tecnologie come utili strumenti didattici.
c) In terzo luogo la crescita costante delle esperienze di service learning (momenti didattici che integrano l’apprendimento con attività di volontariato e servizi alla comunità in collaborazione con enti, associazioni e imprese del territorio).
d) Un quarto elemento positivo è la vivacità di cui sono protagoniste le scuole del Sud. A fronte di diffusi luoghi comuni, regioni come la Puglia e la Sicilia dimostrano una creatività e delle competenze didattiche che gareggiano alla pari con quelle delle scuole del Nord.
A fronte di questi ed altri elementi positivi, nelle relazioni e nei video delle scuole candidate al Festival non si può evitare di rilevare l’emergere di importanti fragilità. Esse segnano la distanza non breve che la scuola è chiamata a compiere in vista di un rinnovamento che sia all’altezza del compito che le è assegnato nel contesto odierno.
Su tutte due osservazioni al riguardo.
1) Anche le esperienze didattiche più innovative spesso risultano dei momenti circoscritti ed occasionali che stentano ad incidere sulla quotidianità della vita scolastica. Questo risulta via via più evidente man mano che si cresce di grado scolastico ed è maggiore nelle scuole medie e superiori.
Per esempio: i tentativi di introdurre la dinamica didattica e valutativa delle competenze trovano una resistenza pressoché insuperabile da parte delle singole discipline, intese normalmente come compartimenti stagni ed orti intoccabili.
2) Infine la valutazione. È significativo che questo tema non sia affrontato seriamente da nessuna delle scuole che pur affrontano con coraggio e competenza tanti altri aspetti della dinamica scolastica. Per la verità ciò è del tutto comprensibile e spiega in buona parte la rigidità del sistema scolastico italiano. Si consideri per esempio il fatto che normalmente la pagella è la somma, o al massimo la media, dei voti dei singoli docenti, ma non è quasi mai una valutazione realmente condivisa e quindi collegiale.
C’è quindi molta strada da fare. Ma è anche vero che molti più docenti e dirigenti scolastici di quanto si immagina la stanno già percorrendo.
Per questo risulta davvero importante l’appuntamento della V edizione del Festival, il 5-6-7 settembre, nelle splendide colline di Valdobbiadene, dove, su questi temi, provenienti da ogni regione d’Italia, centinaia di dirigenti e “docenti coraggiosi” si incontreranno e si confronteranno per collaborare e condividere un vero rinnovamento della scuola italiana.
Valdobbiadene (TV), 25 giugno 2025. Sono state ufficialmente selezionate le 72 scuole che prenderanno parte alla V edizione del Festival dell’Innovazione Scolastica, in programma dal 5 al 7 settembre 2025 a Valdobbiadene (TV). L’elenco completo è disponibile sul sito www.festivalinnovazionescolastica.it.
Con oltre 200 candidature da tutta Italia, il Festival si conferma sempre di più come il più importante evento nazionale di avvio dell’Anno Scolastico. Le esperienze presentate riflettono la vivacità, la sensibilità didattica di molti dirigenti scolastici e docenti di fronte alle nuove sfide che la scuola sta affrontando. Molte delle esperienze che saranno presentate al Festival hanno a che fare con il desiderio di uscire dalle mura della scuola (outdoor), oppure con temi quali l’inclusione e l’accoglienza e infine con l’approfondimento e l’utilizzo didattico delle nuove tecnologie, compresa l’Intelligenza Artificiale.
Un dato positivo è la forza che dimostrano le scuole del Sud Italia, in particolare la Puglia e la Sicilia, a testimonianza di quanto siano profonde e vive le radici culturali di questi territori. Al Festival saranno presenti scuole di ogni ordine e grado, in prevalenza istituti statali ma anche scuole paritarie e, per la prima volta, anche diverse e importanti scuole professionali (Salesiani, Enaip e Cefal, oltre alla ‘storica’ Dieffe). Un mosaico che rappresenta la pluralità del sistema scolastico italiano.
Il tema dell’edizione 2025, “Promuovere e valutare le non cognitive skills”, caratterizzerà l’intero programma: dal convegno di apertura, i workshop, la presentazione pubblica delle esperienze selezionate fino ai momenti conviviali dove le dirigenti scolastici e docenti hanno la possibilità di scambiarsi esperienze e contatti.
La presentazione di oltre duecento esperienze didattiche, provenienti da scuole di tutte le Regioni d’Italia, testimonia non solo il crescente interesse per il Festival, ma anche – e forse ancor più – l’attenzione, tanto intensa quanto inattesa, per il tema affascinante e complesso delle Non Cognitive Skills.
«Dinanzi al contesto contraddittorio e spesso drammatico in cui stanno crescendo le nuove generazioni», dichiara il presidente Alberto Raffaelli, «la scuola italiana non si tira indietro e intende assumersi la responsabilità che le compete. Infatti la vera sfida posta dall’introduzione nella scuola delle Non Cognitive Skills (o competenze socio-emotive come le definisce l’Ocse) è la possibilità di una trasformazione profonda del sistema scolastico italiano: ovvero superare il modello della scuola come semplice luogo di trasmissione di conoscenze (istruzione), per diventare un autentico ambiente educativo in cui bambini e ragazzi possano crescere in modo armonico e positivo».
«Il rapporto tra istruzione ed educazione è il grande tema in questione», conclude Raffaelli. «Un tema ultimamente evocato in molti interventi e dibattiti. Uno fra tutti, quello del 23 giugno su Repubblica a firma di Umberto Galimberti: “L’istruzione è una trasmissione di contenuti culturali e scientifici da chi li possiede (gli insegnanti) a chi non li possiede (gli studenti); l’educazione invece accompagna gli studenti, in quella stagione incerta che si chiama adolescenza, nel loro percorso di evoluzione psicologica, mai così problematico e turbolento come in quell’età. Si è soliti pensare che l’educazione altro non sia che un derivato dell’istruzione. Ma le cose non stanno così. È semmai l’istruzione un evento che può realizzarsi solo a educazione in corso, perché, come diceva Platone, “la mente non si apre se prima non hai aperto il cuore”».
Il Festival è promosso dall’Associazione Festival dell’Innovazione Scolastica ETS con il patrocinio della Regione Veneto, del Comune di Valdobbiadene, di INDIRE, INVALSI e numerosi partner pubblici e privati. La sede principale dell’evento sarà Villa dei Cedri a Valdobbiadene.
Valdobbiadene (TV), 27 maggio 2025 – Oltre duecento scuole italiane hanno candidato le proprie esperienze didattiche per partecipare alla quinta edizione del Festival dell’Innovazione Scolastica, in programma a Valdobbiadene dal 5 al 7 settembre 2025. Un dato straordinario che segna un aumento del 150% rispetto allo scorso anno, quando le candidature furono circa ottanta.
L’aumento delle candidature conferma il ruolo centrale assunto dal Festival come momento di avvio dell’anno scolastico e punto di riferimento nazionale per chi crede in una scuola capace di cambiare, innovare e mettersi in gioco.
«Il tema dell’edizione 2025 “Promuovere e valutare le non cognitive skills”», è il commento del presidente del festival, Alberto Raffaelli, «ha intercettato un bisogno profondo del mondo educativo: affrontare con serietà e strumenti concreti le dimensioni trasversali della crescita degli studenti, come empatia, resilienza, senso di responsabilità, pensiero critico e capacità di collaborazione. Competenze fondamentali per la formazione integrale della persona e per la costruzione di una cittadinanza attiva e consapevole».
Il Festival, ideato e promosso da un gruppo di dirigenti scolastici ed esperti con il sostegno delle principali istituzioni educative italiane, si articola in convegni, incontri, workshop ed eventi culturali. Al centro dell’iniziativa, la condivisione delle migliori pratiche didattiche in fase di sperimentazione, provenienti da scuole di ogni ordine e grado. «C’è una scuola viva, attenta», aggiunge Raffaelli, «che non si rassegna alla routine, ma cerca con coraggio nuove strade per educare».
Il Festival si svolge con il patrocinio di Regione Veneto, Comune di Valdobbiadene, Indire, Invalsi e altri partner istituzionali, culturali, imprenditoriali e del mondo della comunicazione.